La via San Calimero è una strada stretta che dall’incrocio tra via Santa Sofia e corso di Porta Romana inizia con ciottoli e mulattiera per poi allargarsi in una gradevole piazza, un bell’esempio di riqualificazione cittadina.
La piazza lungo via San Calmero, con il campanile della chiesa in diagonale via San Calimero
Sul lato sinistro, dopo un paio di locali carini, si incontra la chiesa di San Calimero, edificio dalle origini antichissime ma rimaneggiato più volte. La veste di oggi è quella del rifacimento ottocentesco neo-gotico tipico di tante chiese milanesi, con i mattoncini in cotto a vista.
La facciata di San Calimero La cripta di San Calimero
Dall’interno della chiesa si può scendere nella cripta interamente affrescata, nella quale si trova il pozzo di San Calimero, dove, come ci è stato tramandato, Calimero, allora quarto vescovo di Milano, fu gettato e lasciato morire dai pagani. La chiesa fu costruita intorno al pozzo e secondo la leggenda il 31 luglio, giorno della festa di San Calimero, l’acqua del pozzo veniva data da bere ai malati perchè si credeva fosse miracolosa.
Le scale che portano alla cripta Il pozzo dove fu gettato e lasciato morire San Calimero
Un altra curiosità sulla chiesa: il campanile è posizionato in diagonale rispetto alla facciata.
Addossato alla chiesa si trova il vecchio edificio della canonica, la cui facciata è stata interamente ridipinta dello street artist Ivan Tresoldi, famoso per le sue poesie sparse sui muri della città.
Il murales di Ivan
Il murales è una scritta a caratteri neri e rossi di ispirazione gotica che sembra usciti da una pagina di un antico manoscritto.
I murales di Ivan proseguono sulla facciata dell’Archivio Diocesano adiacente alla canonica, mentre dall’altra parte della piazza, lungo il muro dell’ospedale Gaetano Pini, si snoda Wall Art, la lunghissima opera di street art firmata Orticanoodles (Walter Contipelli e Alessandra Montanari): 14 celebrità milanesi raffigurate nei toni del marrone e del giallo, intercalate da citazioni altrettanto famose.