Tra corso di Porta Vercellina, via G.Vico, via San Vittore e via M.Bandello, si trovano degli edicifi curiosamente accomunati da un unico filo conduttore: l’arancione scuro del cotto che incornicia le finestre e ricopre di decorazioni i muri, le lesene, gli architravi. In questo isolato si trova infatti ciò che rimane di un’ottocentesca piccola cittadella industriale che si sviluppava intorno alla fabbrica di terracotta Carlo Candiani.
Nel cerchio gli edifici del villaggio. A sud si nota la sagoma del carcere di San Vittore.
Di manifatture di terracotta a Milano nell’Ottocento se ne trovavano parecchie, la Carlo Candiani fu fondata in via San Vittore 47, dove si trovava la fornace, nel 1868.
Intorno alla fornace, oggi scomparsa, venne costruito il villagio che comprendeva la casa padronale e vari alloggi per gli operai. Gli edifici avevano tutti una caratteristica, erano abbelliti sulle facciate da rilievi in terracotta, come se dovessero fungere da vera e propria vetrina della fabbrica stessa.
La casa padronale, la cui bella facciata è ancora oggi ben conservata, aveva l’ingresso principale al civico 20 di via Matteo Bandello. Esternamente la casa è stata decorata per essere, come diceva Luigi Broggi, suo progettista, un vero e proprio campionario dell’azienda.
Sulla facciata si susseguono lesene, bifore, mascheroni e decorazioni floreali in terracotta. Nell’androne è anche possibile ammirare, se chiedete il permesso, statue sempre in terracotta prodotte dall’azienda. Lungo via Matteo Bandello, l’edificio si prolunga per altri due numeri civici all’interno dei quali oggi si trovano atelier di artisti e studi di professionisti.
Il palazzo dove abitavano gli operai, di fronte a quello padronale, purtroppo è stato lasciato per anni in stato di abbandono tranne che la parte con il ristorante argentino all’angolo, ma pare che proprio in questi giorni sia partito un progetto di riqualificazione totale.
